Un nuovo caso di sovraindebitamento risolto dal nostro studio che consente ad una pensionata di uscire dalla morsa dei debiti.
Con decisione del 24 gennaio 2018 il Tribunale di Busto Arsizio, come già altri Tribunali, dichiara espressamente che nelle procedure di sovraindebitamento i finanziamenti con cessione del quinto della pensione sono parificati a tutti gli altri prestiti, con la conseguenza che la banca o la finanziaria non potranno più ottenere il pagamento diretto, da parte dell’INPS, di un quinto della pensione.
Il procedimento qui commentato riguarda una signora divorziata e senza figli che, andata in pensione, si è trovata un reddito ridotto e non è più riuscita a far fronte ai diversi debiti assunti.
Come spesso capita, l’indebitamento attuale era il frutto di rinegoziazioni, più volte ripetute, di prestiti precedenti. Purtroppo, lo dice l’esperienza, ogni volta l’importo complessivo dei debiti aumenta, fino ad arrivare a situazioni insostenibili: in questo caso, rate per quasi 800 euro al mese avrebbero dovuto essere pagate con una pensione di 1350 euro. Tra i diversi finanziamenti della signora sovraindebitata vi era anche quello con cessione del quinto, con una rata mensile di 250 euro.
La soluzione trovata per la cliente in questione è stata la liquidazione del patrimonio: la debitrice ha messo a disposizione dei debitori tutti i suoi beni, ossia la sua auto, 2 quadri del valore di circa 5000 euro e qualche arredo, oltre a quella parte di pensione non necessaria al suo sostentamento (proprio 250 euro al mese), potendo invece trattenere per sé la somma, non elevata ma dignitosa, di 1.100 euro mensili.
La vicenda di questa nostra cliente manifesta ancora una volta come nell’ampio panorama dei sovraindebitati vi siano anche persone non giovani, che difficilmente potrebbero reinventarsi una vita, un lavoro, un reddito, e che forse hanno, come unica via d’uscita, la legge 3/2012.
Decreto di apertura della liquidazione: liquidazione-patrimonio-busto-arsizio