Arrivano dal Veneto gli ultimi due debitori aiutati dal nostro Studio ad affrontare una pesante situazione debitoria grazie alla legge n. 3/2012. Il TRIBUNALE DI TREVISO il 7 novembre 2017 accoglie le istanze di due cittadini sommersi dai debiti, aprendo due procedure di liquidazione del patrimonio.
Si tratta anche in questo caso di persone che svolgono da anni un’attività di impresa, purtroppo molto ridimensionata a causa della grave crisi economica che coinvolto il nostro paese, con la conseguenza che i debiti si sono accumulati nel tempo (quasi 200.000 euro), fino ad un punto di non ritorno.
Cosa fare allora? Il reddito derivante dall’impresa è in buona parte necessario a sopravvivere e quanto avanza è assolutamente insufficiente a sostenere le diverse obbligazioni assunte. D’altro canto è impossibile pensare di chiudere l’impresa, unica fonte di sostentamento della famiglia, per dare inizio ad un’altra attività ( ma quale?) o per trovare un lavoro dipendente (a 57 anni? dopo aver lavorato una vita in proprio?).
Non rimaneva che utilizzare la legge sulla composizione della crisi da sovraindebitamento, scegliendo, tra i tre procedimenti previsti, ancora una volta la liquidazione dei beni, una sorta di piccolo “fallimento”, in quanto i debitori mettono a disposizione tutto ciò che hanno affinché venga distribuito tra i creditori.
Un aspetto positivo è che l’ammontare del patrimonio in gioco non deve necessariamente raggiungere una determinata soglia, perciò anche chi ha molto poco può accedere a tale procedura: proprio come nel caso qui commentato, nel quale i debitori, pur offrendo tutti i loro beni, di fatto hanno messo a disposizione una piccola percentuale di un immobile ereditato, un veicolo e 200 euro al mese per la durata di 4 anni.
E i debiti non pagati che fine fanno? Decorsi 4 anni, sussistendo determinati presupposti, i due ricorrenti potranno chiedere l’esdebitazione, facendo così tabula rasa del passato.
La vicenda dei due debitori trevisani è rappresentativa di molte altre simili: non si tratta di “furbi” che hanno contratto debiti e poi approfittano della normativa in questione per non pagare, si tratta invece di persone che hanno sempre lavorato tantissimo, che in passato andavano orgogliose di non aver mai saltato una rata dei propri debiti, che hanno esaurito tutte le loro risorse (risparmi, aiuti dai parenti, eccetera), fino a trovarsi, loro malgrado, in una situazione impossibile.
Per fortuna il nostro legislatore (anche se in ritardo rispetto al resto dell’Europa) ha infine deciso, con la legge 3/2012, non per niente chiamata anche “antisuicidi”, di affrontare concretamente il sovraindebitamento, una problematica che ha valenza sociale ed economica generale, fornendo alcuni strumenti che possono davvero, correttamente utilizzati, aiutare le persone in difficoltà.